CHIESA DI S. MARIA IMMACOLATA A VILLA BORGHESE ultimo
aggiornamento 18/03/2005
Telefono 06 69886121 69886162 OGNI SETTIMANA PUBBLICHIAMO L'OMELIA DELLA DOMENICA... |
|
II Domenica di Quaresima Messaggio del Rettore per la pausa estiva II Domenica del tempo ordinario "A" III Domenica del tempo ordinario "A"
Gli
angeli decaduti (ccc
391-395. 412.414) Satana e gli altri demoni sono angeli creati
da Dio naturalmente buoni, ma da se stessi si sono trasformati in malvagi per
avere liberamente rifiutato di servire Dio e il suo disegno. La loro scelta
contro Dio è definitiva. Essi tentano di associare l'uomo alla loro
ribellione contro Dio. La potenza di Satana non è infinita, egli è
solo una creatura anche se potente per il fatto di essere puro spirito.
Sebbene la sua azione causi gravi danni - spirituali e indirettamente anche
fisici -, la divina Provvidenza la
permette, per trarre da essi un bene maggiore:“noi sappiamo che tutto
concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rm 8,28). Peccato
originale e seduzione del demonio (ccc 397-409) Costituito da Dio in uno stato
di giustizia, l'uomo, tentato dal
Maligno, fin dagli inizi della storia abusò della sua libertà,
erigendosi contro Dio e desiderando di
conseguire il suo fine (la felicità) al di fuori di Dio. Per il suo
peccato l'uomo ha perso la santità e la giustizia originali che aveva
ricevute da Dio. La natura umana così è indebolita nelle sue forze,
sottoposta all'ignoranza, alla sofferenza, al potere della morte, e incline al
peccato (concupiscenza). La
salvezza (ccc 410-412.
415-412) L'uomo posto
sotto la schiavitù del peccato, è liberato da Cristo crocifisso e risorto,
con la sconfitta del Maligno. Gesù Cristo il “nuovo Adamo”, con la sua obbedienza “fino alla morte di
croce” ripara la disobbedienza di Adamo. "Laddove è abbondato il
peccato, ha sovrabbondato la grazia" (Rm 5,20). Le
tentazioni di Gesù (ccc
538-540. 566) La tentazione nel deserto mostra Gesù, Messia umile che
trionfa su Satana in forza della sua piena adesione al disegno di salvezza
voluto dal Padre e anticipa la vittoria della passione. La venuta del Regno di
Dio è la sconfitta del regno di Satana per mezzo della croce di Cristo. Cristo
salva attraverso la Chiesa (ccc
1084-1089)
Cristo ha inviato gli Apostoli ad annunziare che con la sua morte e
Risurrezione ci ha liberati dal potere di Satana e dalla morte e trasferiti
nel regno del Padre, e attuare, per mezzo dei sacramenti, l'opera della
salvezza dando ad essi e ai loro successori, il potere di santificazione. Il
battesimo (ccc
1213-1237) Nel santo Battesimo, fondamento di tutta la vita
cristiana, siamo liberati dal peccato e rigenerati
come figli di Dio, diventiamo membra di Cristo, siamo incorporati alla
Chiesa e resi partecipi della sua missione. Nella celebrazione del battesimo
si riceve un esorcismo e si rinunzia
esplicitamente a Satana e alle sue seduzioni. L'uomo
immagine di dio (ccc
1701-1715) L'uomo creato a immagine e somiglianza di Dio, la
sua vera libertà è segno altissimo dell'immagine divina. L'abuso
della libertà su istigazione del Maligno lo rese incline al male e soggetto
all'errore. Con la sua Passione, Cristo ci ha liberati da Satana e dal
peccato, ci ha meritato la vita nuova nello Spirito Santo. La sua grazia
restaura ciò che il peccato aveva in noi deteriorato. Liberaci dal male (ccc 2850-2854. 2864) Con l'ultima domanda
del Padre nostro il cristiano, prega Dio di manifestare
la vittoria, già conseguita da Cristo, sul "Principe di questo mondo",
che si oppone personalmente a Dio e al suo disegno di salvezza. Sintesi
dal Catechismo
della Chiesa Cattolica (CCC)
LA SETE DELLA SAMARITANA "Signore...
dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete" La richiesta della
Samaritana imprime una svolta decisiva al lungo e intenso dialogo con Gesù,
che si svolge presso il pozzo di Giacobbe, vicino alla città di Sicar. Ce lo
racconta san Giovanni nell'odierna pagina evangelica. Cristo chiede alla
donna: "Dammi da bere" (v. 7). La sua sete materiale è segno
di una realtà ben più profonda: esprime l'ardente desiderio che
l'interlocutrice e i suoi concittadini si aprano alla fede. La donna di
Samaria, per parte sua, quando domanda a Lui dell'acqua, manifesta in fondo il
bisogno di salvezza presente nel cuore di ogni persona. E il Signore si rivela
come colui che offre l'acqua viva dello Spirito, che sazia per sempre la sete
d'infinito d'ogni essere umano. La liturgia di questa terza domenica di
quaresima ci propone uno splendido commento all'episodio giovanneo, quando nel
Prefazio si dice che Gesù "ebbe sete così ardente" della salvezza
della Samaritana da "accendere in lei la fiamma dell'amore di Dio".
GIOVANNI PAOLO II, omelia
3 marzo 2002 Duccio di
Buoninsegna, Cristo e la Samaritana
LUCE DEGLI OCCHI, LUCE DELLO SPIRITO
Il cieco, una volta guarito, non sa ancora chi è Gesù,
ma lo intuisce, e contro l’incredulità dei Giudei e il timore dei suoi
stessi genitori, afferma: “Da che mondo è mondo, non si è mai sentito che
uno abbia aperto gli occhi ad un cieco nato. Se costui non fosse da Dio, non
avrebbe potuto far nulla”. Quando poi Gesù gli dice chiaramente di essere
il “Figlio dell’Uomo” e cioè, il Messia, il Figlio di Dio, il cieco
guarito non ha alcun dubbio e subito fa la sua professione di fede: “Io
credo, o Signore”. Ecco quindi il significato immediato del miracolo operato da
Gesù: Egli è veramente Dio, il quale come può immediatamente dare la vista
ad un cieco, così tanto più può dare la vista all’anima, può aprire gli
occhi interiori perché conoscano le Verità supreme che riguardano la natura
di Dio e il destino dell’uomo. Perciò la guarigione fisica del cieco, che
è causa poi della sua fede, diventa un simbolo della conversione spirituale.
In questo modo Gesù riconferma la verità delle parole già da Lui
pronunciate: “Io sono la luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle
tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv
8,12). Cristo è Buon Pastore, perché
è la luce delle nostre anime. Non resta altro da fare che credere in Lui,
seguirlo, amarlo, ascoltarlo.
[…] Il racconto evangelico ci fa comprendere quanto è
preziosa la vista degli occhi, ma quanto è più preziosa ancora la luce della
fede. Sappiamo però che tale fede cristiana esige fermezza e fortezza, perché
è sempre insidiata. Di fronte alla luce che è Cristo c’è talvolta un
atteggiamento di aperta ostilità, oppure di rifiuto e di indifferenza, od
anche di critica ingiusta e parziale. Sentitevi
responsabili della vostra fede nella società moderna in cui dovete vivere,
ognuno al suo posto di vita e di lavoro, ognuno nell’ambito dei suoi
rapporti di famiglia e di professione. È perciò approfonditela sempre di più,
con una catechesi retta, completa, metodica. […] “Un tempo eravate tenebra – scriveva l’apostolo –
ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce” (Ef 5,8). L’esortazione di san Paolo rimane sempre attuale:
“Cercate ciò che è gradito al Signore” (Ef 5,10). “Non
partecipate alle opere infruttuose delle tenebre” (Ef 5,11). Siate luce anche voi nella vostra parrocchia, nella vostra
città, nella vostra Patria! Siate luce, con la frequenza assidua e convinta
alla Santa Messa domenicale e festiva; siate luce eliminando scrupolosamente
il turpiloquio, la bestemmia, la lettura di giornali e riviste impure, la
visione di spettacoli negativi; siate luce con l’esempio continuo della
vostra bontà e della vostra fedeltà in ogni luogo, ma specialmente
nell’ambiente privilegiato della famiglia, ricordando che: “Il frutto
della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità”. Carissimi!
La quarta domenica di Quaresima eleva i nostri pensieri e i nostri
cuori verso Cristo che offrendo la sua vita per gli uomini nella passione e
sulla croce, si rivela l’unico Buon Pastore che abbraccia tutti e ciascuno,
si prende cura del vero bene dell’uomo singolo e dell’umanità qui, sulla
terra e, in definitiva, si prende cura della nostra eterna salvezza.
Siamo pronti a seguire Cristo sulle vie che Egli ci indica, anche
mediante l’insegnamento della Chiesa da Lui istituita!
Siamo pronti ad attingere forza alle sorgenti della grazia, che Egli ci
apre nella Chiesa, mediante i sacramenti della fede: Penitenza ed Eucaristia!
Ed infine, siamo pronti a cercare in Lui l’appoggio in tutte le
difficoltà della nostra vita e della nostra coscienza!
Non separiamoci mai da Lui! Egli è la luce del mondo! GIOVANNI
PAOLO II, omelia 29 marzo 1981 Immagine:
affresco, XI sec., S. Angelo in Formis
L'esperienza
quotidiana ci dice che la vita è segnata dal peccato ed insidiata dalla
morte, nonostante la sete di bontà che pulsa nel nostro cuore e il desiderio
di vita che percorre le nostre membra. Per poco che siamo attenti a noi stessi
ed agli scacchi a cui l'esistenza ci espone, noi scopriamo che tutto dentro di
noi ci spinge oltre noi stessi, tutto ci invita a superare la tentazione della
superficialità o della disperazione. E' proprio allora che l'essere umano è
chiamato a farsi discepolo di quell'Altro che infinitamente lo trascende, per
entrare finalmente nella vita vera. Esistono profeti ingannatori e falsi
maestri di vita. […] Questi ed altri tipi di falsi maestri di vita propongono obiettivi
che non solo non saziano, ma spesso acuiscono ed esasperano la sete che brucia
nell'anima dell'uomo. Chi potrà, dunque, misurare e colmare le sue attese?
Chi, se non Colui che, essendo l'autore della vita, può appagare l'attesa che
Egli stesso ha posto dentro al suo cuore? Egli s'avvicina a ciascuno per
proporre l'annuncio di una speranza che non inganna; Egli, che è
contemporaneamente la via e la vita: la via per entrare nella vita. Da soli,
noi non sapremmo realizzare ciò per cui siamo stati creati. C'è in noi una
promessa, per la cui attuazione ci scopriamo impotenti. Ma il Figlio di Dio,
venuto tra gli uomini, ha assicurato: «Io sono la via, la verità e la vita»
(cfr.
Gv 14,6).
Secondo una suggestiva espressione di Sant'Agostino, Cristo «ha voluto creare
un luogo in cui rendere possibile a ciascun uomo di incontrare la vita vera».
Questo «luogo» è il suo Corpo ed il suo Spirito, in cui l'intera realtà
umana, redenta e perdonata, viene rinnovata e divinizzata. […] Nel
mistero della sua croce e della sua risurrezione, Cristo ha distrutto la morte
e il peccato, ha abolito la distanza infinita esistente tra ogni uomo e la
vita nuova in lui. «Io sono la risurrezione e la vita - Egli proclama - chi
crede in me, anche se muore, vivrà, chiunque vive e crede in me, non morrà
in eterno»
(Gv 11,25). Cristo
realizza tutto ciò elargendo il suo Spirito, datore di vita, nei sacramenti;
in particolare nel Battesimo, sacramento che fa dell'esistenza ricevuta dai
genitori, fragile e destinata alla morte, un cammino verso l'eternità; nel
sacramento della Penitenza che rinnova continuamente la vita divina grazie al
perdono dei peccati; nell'Eucaristia «pane di vita» (cfr. Gv 6,27),
che nutre i «viventi» e rende saldi i loro passi nel pellegrinaggio terreno,
così da consentir loro di dire con l'apostolo Paolo: «Non sono più io che
vivo, ma Cristo vive in me»
(Gal 2,20). GIOVANNI
PAOLO II Messaggio ai giovani in
preparazione della GMG di Denver, 15/8/1992 Immagine: Giotto,
Cappella degli Scrovegni
|
|